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venerdì 15 marzo 2019

Tra mafia e mafiosità, la scuola dice di "No".Piraino: " Sono arrivati spavaldi e sono andati via balbettando”

di Sofia Schiazzano
Si è svolto questa mattina, nel teatro del liceo statale Regina Margherita di Palermo, l’incontro con l’imprenditore Giuseppe Piraino voluto dalla prima circoscrizione del comune di Palermo rappresentata dal dott. Mauro Castiglia.
A partecipare le classi del Margherita e del Benedetto Croce con i suoi 200 studenti. Ad aprire il confronto il dottor Nicolào, vicepresidente della prima circoscrizione, con i saluti del procuratore di Termini Imerese Alfredo Morvillo, poi la parola è passata a Carmelo Pollichino, presidente dell’associazione Libera. 
Quest’ultimo ha citato l’articolo 41 cost. Sostenendo che “L’azione di Giuseppe non è straordinaria, ma rientra nella normalità, o almeno cosi dovrebbe essere per poter tutelare tutti. Bisogna aprire la città al dialogo, spezzare la catena e dividere il padre dal figlio”. Durante il suo intervento, Piraino, ha raccontato la sua esperienza coi “mafiosetti” e mostrato il video; affermando che: <<La mafia, con la “m” minuscola, ha bisogno di desertificazione territoriale e relazionale; poiché, purtroppo, nasce dalla cultura e da un atteggiamento Siciliano sbagliato>>. Si è evidenziato che la mafia ha bisogno di ignoranza e povertà, e che blocca quasi cinque punti del PIL corrispondenti circa a 40 miliardi. << Palermo non è = mafia, ma storia e cultura. La città ha bisogno di gente che parla>>. L’incontro si è concluso con la consegna di una targa all’imprenditore, con l’intervento del avvocato Montalbano con cui è stato ricordato Libero Grassi e con un dibattito dal quale è emerso che, qual’ora ci fosse stata la richiesta di un lavoro sarebbe stata accolta, “La paura dopo la denuncia c’è ma ho scelto tra la paura della sottomissione e quella di denunciare, lo Stato con sue istituzioni è presente, ma la mia denuncia è come quella per un motorino rubato, finisce lì”. Quando gli è stato chiesto cosa pensasse delle associazioni antimafia e quale sarebbe la sua reazione nel caso in cui ci fossero ritorsioni sulla sua famigli ha detto: “Appoggio le associazioni antimafia purché non siano a scopo di lucro, e poi <<D’impeto non so come reagirei se “toccassero” mio figlio, sicuramente impazzirei, ma la primissima cosa che farei sarebbe la denuncia, poi se umanamente decidessi di “consumarmi” con le mie mani dopo aver fatto la denuncia sarebbe una mia scelta sbagliata e personale”.

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