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venerdì 5 aprile 2019

Caravaggio, la verità ancora nascosta dopo cinquantanni.

di Francesca Ilarda.
Sono passati cinquantanni da quel 1969 quando a Palermo, all'oratorio San Lorenzo, è stato rubato il quadro di Caravaggio, La natività, il cui nome allude alla nascita di Cristo.
Caravaggio fu uno dei più celebri pittori di tutti i tempi in Italia. I suoi dipinti ebbero una forte influenza nella pittura barocca. Il 28 maggio 1606 Caravaggio fu condannato a morte per di aver assassinato un uomo durante una rissa.
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1969 il quadro fu rubato, dalla mafia siciliana, dall'oratorio dove non c'erano le misure di sicurezza adeguate. Da quel momento sono affiorate molte ipotesi sulla tela rubata: una di queste è la credenza che dopo vari tentativi di vendita del quadro, senza buon fine, questo sia stato seppellito nelle campagne di Palermo insieme a cinque chili di cocaina e alcuni milioni di dollari. Si pensa che l'atto sia stato eseguito dal mafioso Gerlando Alberti. Il nipote Vincenzo La Piana, pentito, indica il posto in cui poteva essere stata seppellita la tela, ma la cassa di ferro con la tela non fu mai trovata.
Un'altra notizia arriva nel 1980 quando il giornalista britannico Peter Watson rivela che a Laviano, in provincia di Salerno, era entrato in contatto con un mercante per la compravendita della Natività. L'incontro era fissato per il 23 novembre ma non avvenne più perchè coincise con il terremoto avvenuto.
Poi, il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia confessò a Giovanni Falcone che prese parte al furto del quadro e che nel modo di arrotorarlo si rovinò e poi venne distrutto. Si scoprì però poi, che Francesco parlava del furto di un altro quadro.
Giovanni Brusca, nel 1996, disse invece che il quadro fu oggetto di scambio per un alleggerimento dell'applicazione dell'articolo 41 bis. Un ulteriore pentito, Salvatore Cancemi, riferisce che il quadro sia stato più volte esposto a delle riunioni del corpo direttivo di Cosa Nostra.
Il 9 dicembre 2009 il pentito di mafia Gaspare Spatuzza dichiara che la Natività sia stata affidata alla famiglia Pullarà gli anni ottanta. Questi ultimi l'avrebbero nascosta in una stalla fuori città che,senza protezione,fu rosicata da topi e maiali e i resti poi bruciati.
Per finire nel 2018, il mafioso Gaetano Grado afferma che il quadro sia stato nascosto all'estero. Grado riferisce inoltre che Badalamenti, dopo aver traferito l'opera in Svizzera in cambio di una grande somma di franchi ad un antiquario svizzero, gli avesse detto che la tela era stata scomposta per essere poi venduta sul mercato clandestino.
La storia viene raccontata nel libro "La tela dei boss" di Riccardo Lo Verso.
Le indagini sul Caravaggio sono state effettuate dai Carabinieri del nucleo tutela del patrimonio artistico e dal servizio centrale operativo della Polizia, ma tutte senza una definitiva risposta.

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