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venerdì 5 aprile 2019

50 anni senza verità.

di Chiara Campana.
La natività dei santi di San Francesco d'Assisi e Lorenzo è un dipinto olio su tela realizzato dal pittore Caravaggio che racconta la nascita di Cristo, San Giuseppe ci volge le spalle ed è avvolto in uno strano manto verde,mentre i santi e le madonne hanno le fattezze degli emarginati, dei poveri che l'autore stesso aveva ben conosciuto durante il suo peregrinare e fuggire in lungo e in largo per l'Italia. La madonna ha sembianze di una donna comune con un aspetto estremamente malinconico e sopra il Bambino c'è un angelo simbolo della gloria divina.
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 la tela venne trafugata dall'oratorio di San Lorenzo dov'erano assenti le misure di sicurezza. Il furto commesso dalla Mafia siciliana fu scoperto verso le tre del pomeriggio da una custode.
La tela dominava la parete sopra dell'altare maggiore, dove ora c'è una copia. A confermare i sospetti è stata recentemente la presidente della commissione parlamentare Antimafia "Rosy Bindi" presentando i risultati di un'indagine condotta dall'organismo parlamentare.
E solo dopo 50 anni dal furto per ritrovarlo ora si muove anche il Vaticano facendo partire una campagna internazionale per la ricerca dell’opera inestimabile rubata della mafia e mai più ritrovata.
Secondo gli esperti il suo valore di mercato si aggirerebbe oggi intorno ai 30 milioni di euro, ed è inoltre inserita nella lista dei dieci capolavori più ricercati dalle polizie di tutto il mondo. C'è stato un susseguirsi di teorie ad esempio : Nel 1996 Giovanni Brusca riferì che il dipinto sarebbe invece stato riconsegnato in cambio di un alleggerimento dell'applicazione dell'articolo 41 bis ma lo Stato italiano rifiutò l'offerta.
Il 9 dicembre 2009, il pentito di mafia Gaspare Spatuzza ha riferito che la Natività sarebbe stata affidata negli anni Ottanta alla famiglia Pullarà (capimafia del mandamento di Santa Maria del Gesù). I Pullarà avrebbero nascosto l'opera in una stalla fuori città, dove, senza protezione, fu rosicchiata da topi e maiali. I resti della tela sarebbero stati poi bruciati e
nel 2018,il mafioso Gaetano Grado ha dichiarato che la tela sarebbe stata nascosta,ma all'estero e nel 1970 il boss Badalamenti l'avrebbe trasferita in Svizzera in cambio di una forte somma di franchi. La storia ricostruita dalle nuove indagini rilanciate dalla Commissione parlamentare antimafia è raccontata da Riccardo Lo Verso nel suo libro "La tela dei boss" (2018).

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