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venerdì 5 aprile 2019

50 anni di incognita sul furto della “Natività” di Caravaggio.

di Emanuela Maria Schimmenti.
La Natività è un dipinto olio su tela realizzato da Caravaggio rubata e che dopo 50 non è ancora stata ritrovata.
Il furto è avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. L’opera era custodita nell’oratorio di San Lorenzo a Palermo, il quale era privo di misure di sicurezza.
Da allora molte sono sono state le teorie che spiegavano il destino subito dall’opera.
Tra le prime troviamo che l’opera sarebbe stata seppellita nelle campagne di Palermo insieme a 5 chili di cocaina e alcuni dollari ma, nel punto indicato della campagna, non si trovò nulla.
Poi, il collaboratore di giustizia Mannoia dichiarò a Falcone che rubò lui l’opera e che nel modo di staccarla e arrotolarla, questa si sarebbe danneggiata e di conseguenza l’avrebbero distrutta. Si scoprì però che Mannoia si riferiva a un’opera di Vincenzo Da Pavia.
Nel 1996 Brusca disse che l’opera sarebbe stata riconsegnata in cambio di un alleggerimento del 41bis ma lo Stato italiano si rifiutò.
Il 9 dicembre 2009 Gaspare Spatuzza afferma che l’opera è stata affidata negli anni Ottana alla famiglia Pullarà, i quali l’avrebbero nascosta in una stalla fuori Palermo senza nessuna custodia e che di conseguenza è stata poi rosicchiata da vari animali. Infine i resti sarebbero stati bruciati.
L’ultima teoria arrivata, dichiarata nel 2018 da Gaetano Grado, dice che la tela sarebbe stata trasferita in svizzera in cambio di denaro da Badalamenti. Il quadro sarebbe stato poi scomposto e venduto nel mercato clandestino.
Il dipinto è stato inserito nella lista delle opere più ricercate dalle polizie di tutto il mondo.
La storia della tela è così interessante tanto da spingere il regista palermitano Roberto Andò ad ideare un film che racconti la storia dell’opera perduta.
Il film si intitola “Una storia senza nome” ed è stato proiettato nella Caserma Lungaro di Palermo.

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